Il Fatto

Il cliente, che chiameremo Dottor X , è  un imprenditore  accreditato e di successo, figlio di uno dei  notai più illustri della zona del napoletano,  titolare di un  locale di grido.

Il Dottor X e il padre , dando credito  alla genialità di un amico di vecchia data, creatore di un brevetto innovativo per il suo impatto sull’ambiente, decidono di dargli fiducia e   gli propongono di finanziare il progetto.

Inizialmente,  l’investimento si sarebbe concretizzato sia nella erogazione di una ingente somma di denaro ( di 2.000.000 di euro circa) a titolo di prestito, sia nell’acquisto del 40 % delle quote di una costituenda società che si sarebbe occupata della realizzazione e commercializzazione del brevetto.

Successivamente, e come conseguenza di valutazioni sulla solvibilità e affidabilità  dell’amico , il Dottor X e il padre decidevano progressivamente  di limitare l’aiuto finanziario soltanto  all’acquisto del 5% di una società già esistente e di cui era già titolare. 

A garanzia delle somme già versate il Dottor X e il padre si fanno rilasciare un assegno, visto che alle erogazioni di denaro non aveva fatto seguito fino ad allora alcuna cessione di quote e che l’amico versava, per sua stessa ammissione, in importanti difficoltà finanziarie.  

Dopo una sostituzione dell’assegno rilasciato in garanzia con un altro, causata della chiusura del rapporto di conto, e non essendo ancora titolare delle quote societarie promesse,  il Dottor X decide di portare all’incasso l’assegno.  

Argomentando sulla differenza di importi  tra le somme ricevute e la cifra del titolo, l’amico insolvente querela il Dottor X e il padre per usura e riciclaggio.

La strategia Difensiva

Comprensibilmente sbalordito dall’evolversi dei fatti, il Dottor X si rivolge all’avvocato Matteo De Luca. Da persona raggirata quale era, non essendo mai divenuto titolare delle quote societarie,  da sostenitore di una iniziativa sulla fiducia e il credito, si trovava ad essere indagato per un reato infamante.

L’avvocato comprende subito come la querela possa trasformarsi in un caso giudiziario vero e proprio, che poteva essere gonfiato mediaticamente dall’esposizione sociale del soggetto  e dall’illustre posizione del padre coinvolto nell’indagine.  

Il reato di riciclaggio e usura  in capo ad un notaio infatti, è un’accusa gravissima che può costare la cancellazione dal Consiglio Nazionale del Notariato, compromettere una  carriera encomiabile basata su  studi selettivi  e l’autorità realizzata dopo decenni di  servizio irreprensibile in qualità di pubblico ufficiale dello Stato.

Un particolare tuttavia emerse immediatamente dalla confusa querela presentata:  la volontà del querelante di voler comparire quale vittima di usura e accedere ai benefici previsti  dal fondo apposito.

Nominato un perito esperto e redatta una relazione tecnica, l’avvocato De Luca è riuscito a dimostrare inconfutabilmente e matematicamente, un dato : l’usura era assolutamente da escludere.

Sulla base di questo risultato l’avvocato decide di proseguire la difesa  attraverso un colloquio direttamente con il PM in senso collaborativo alla ricostruzione dei fatti e della verità, mettendo in ampia evidenza le incongruenze temporali e logiche della querela depositata, la personalità del denunciante e il suo stato di difficoltà economica che ben poteva argomentare la richiesta di accesso al fondo vittime dell’usura.

Il caso è Risolto

Il procedimento è stato archiviato in fase di indagine.

L’indagato ha potuto beneficiare  in tempi rapidi della soluzione di una controversia che erroneamente sarebbe sfociata in un processo. Risparmiando sia in termini economici, che psicologici, che di immagine.

L’avvocato De Luca, puntando su uno strumento investigativo, come la perizia, commissionata in tempi celeri al professionista incaricato, ha potuto colloquiare con il pubblico ministero argomentando l’insussistenza dell’accusa. Fondamentale è stato agire in anticipo, durante la fase delle indagini impedendo il passaggio da indagato ad imputato del noto imprenditore.

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